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Dissociazione Traumatica

LA DISSOCIAZIONE è assenza di coerenza e di coordinamento tra le diverse entità (cognitive, emozionali, istintive e motorie) che compongono la personalità, descritta da Janet come un aggregato di differenti sistemi o funzioni. Questi sistemi normalmente interagiscono tra loro consentendo all’individuo di vivere una soddisfacente esistenza.

Quando si verificano gravi traumi, questi sistemi diventano impenetrabili gli uni agli altri, provocando comportamenti, emozioni, sentimenti e pensieri tra loro dissociati (cioè non sufficientemente elaborati) tali da non consentire un’equilibrata esistenza. La dissociazione quindi non coinvolge singoli pensieri o sensazioni, ma l’intero sistema che è alla base. Ciò significa che l’Io, l’inconscio e la coscienza non sono funzioni unitarie, ma un insieme di sottosistemi distribuiti nella mente, per cui quest'ultima può essere descritta come una molteplicità di stati di Sé, ciascuno con le proprie caratteristiche. Attualmente il concetto di Dissociazione è usato per riferirsi ai processi mentali, ai sintomi o ad una serie di specifici disturbi. Ad esempio, i sintomi dissociativi vengono indicati tra i criteri per la diagnosi dei Disturbi Dissociativi, del Disturbo da Stress Post-Traumatico, del Disturbo di Personalità Borderline e del Disturbo Dissociativo Non Altrimenti Specificato. Invece, nei disturbi mentali la psicopatologia dissociativa è stata rilevata nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo, negli Attacchi di Panico, nei disturbi dell’alimentazione, ecc. Tuttavia, secondo Liotti gli stati mentali dissociativi possono essere presenti in quasi tutti i tipi di disturbi che comportano una discontinuità nell’esperienza della coscienza e un’alterazione del senso del sé e della realtà.
In diversi casi, la riscoperta e il recupero della teoria di Janet è stata purtroppo snaturata, perché è stata focalizzata prevalentemente sulle differenze e somiglianze con la teoria freudiana. Ciò si è tradotto in una banale schematizzazione di singoli concetti, estrapolandoli dagli aspetti complessivi della teoria. Diversamente da questi, gli autori che fanno riferimento alla psicotraumatologia si ispirano direttamente alla teoria di Janet ritenendola indispensabile per la comprensione e il trattamento dei disturbi associati ai traumi.
Ad esempio, Onno Van Der Hart nel proporre il concetto di Personalità Traumatica e di Dissociazione Strutturale della Personalità, si è ispirato direttamente al pensiero di Janet, per spiegare la complessa fenomenologia post-traumatica, ponendo l’attenzione sul tipo di azioni che la persona deve intraprendere per rendere meno invadente il passato e quindi rendere più soddisfacente il presente.
Per meglio comprendere i processi dissociativi è di fondamentale importanza conoscere il modello della mente (costruzione immaginaria in grado di rappresentare un sistema complesso che non può essere osservato direttamente) formulato da Janet. Questo modello è costituito da un sistema gerarchico, con differenti livelli di complessità, per cui la mente, attraverso un processo di progressiva classificazione biopsicologica di organizzazione e sintesi, passa da comportamenti semplici e automatici, a condotte sempre più volontarie delle attività motorio-viscerali dei livelli di funzionamento superiori. Il livello superiore di questa architettura gerarchica non è costituito dalla coscienza intesa come un qualcosa che esiste già oppure non esiste, ma come un processo con diversi livelli di funzionamento e di perfezionamento.
Per Freud la coscienza è completa consapevolezza razionale, mentre per Janet esiste una coscienza riflessiva accanto ad una primitiva senza un Io (quindi non un inconscio). A questo livello la persona può percepire, ma non comprendere le sue sensazioni. Per riuscire a comprendere le sue sensazioni e i diversi fenomeni psicologici che avvengono a livello della coscienza primitiva sono necessarie successive operazioni di sintesi.
La personalità per Janet, è costituita da un insieme coordinato di diversi stati psicobiologici (cognitivi, emozionali, istintivi e motori); mentre la dissociazione che costituisce un automatismo soprattutto nella patologia psichica legata ai traumi, è l’assenza di coerenza e di coordinamento tra i diversi stati psicobiologici. In altri termini è il processo psicologico con il quale l’individuo reagisce alle esperienze che lo sovrastano. La dissociazione è quindi un processo di disaggregazione della sintesi mentale, cioè un indebolimento dell’attività sintetica della mente.
La sintesi della mente consiste nell’integrazione istante per istante dei diversi fenomeni psicologici. Questo processo di integrazione, costituisce uno dei principi che organizzano la mente. In altri termini, la tendenza della mente a creare nuove sintesi e quella di ripetere in automatico, sintesi che nell’esperienze passate si sono rivelate efficaci e costituiscono i principi che organizzano e regolano la dinamica della mente.
Secondo Janet la dissociazione (intesa come disgregazione) è indotta dal fallimento nell’integrazione di esperienze (percezioni, memorie, pensieri, ecc.) che normalmente sono associate tra loro, nel flusso di coscienza. I ricordi traumatici non vengono assimilati, ma continuano ad esistere nella persona come idee fisse. A seguito di ciò, alcune funzioni mentali diventano autonome rispetto al controllo centrale.

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