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Library: Psicologia - Meccanismi Mentali

L’Innamoramento
di Antonio Sammartino    17/01/2020

L’incapacità ad amare spesso nasce dal desiderio di sfogare le proprie frustrazioni, dal timore dell’altro sesso o dalla responsabilità di un rapporto che inevitabilmente comporta rinunce.

Nell’uomo è dominante l’aspetto fisico (bellezza e attributi) e il desiderio di fare sesso, mentre per la donna sono importanti i sentimenti. Il desiderio di sesso se presente è per soddisfare atteggiamenti di spregiudicatezza, non un bisogno fisico. Infatti l’uomo ha maggiori stimoli ed occasioni per eccitarsi rispetto alle donne. La cultura e la chimica della mente gli e lo impongono. Non condividere questa diversità di bisogni, significa introdurre nel rapporto, un primo grande ostacolo verso la felicità, che aiuta ad alimentare l’incomprensione e il bisogno del tradire.

Un rapporto sentimentale è un’alchimia che comprende diversi elementi: innamoramento, amore, affetto, voler bene, intimità, pudore, vergogna, amarezza, nostalgia, malinconia, felicità, mentre l’innamoramento è un sentimento di attrazione verso una persona che improvvisamente ci appare come l’unica che può renderci felice per l’intera esistenza. Da questa convinzione nasce il traguardo del matrimonio. 
Essere innamorati non significa possedere la capacità ad amare, in quanto spesso, l’essere innamorati è qualcosa di spontaneo non fondato sull’amore, l’affetto, il volersi bene, ma nasce dal bisogno di vincere la solitudine, di avere un affetto sicuro, che possa cullare i nostri bisogni. L’amore non è un sentimento, non è un affetto, ma è la capacità di donarsi all’altro per renderlo felice, indipendentemente dai sentimenti che ci portano al Sentire di Lei e dall’essere innamorato. È un qualcosa che dovrebbe fa parte della personalità dell’individuo, è una forma di generosità verso sé stessi, è disponibilità verso le esigenze degli altri. 
Spesso non occorre rivolgersi a maghi o prestigiatori per combattere lo stress reale o immaginario, ma è sufficiente congedarsi a sé stessi, quando le emozioni negative invadono la mente. Apprendere ad amarsi, essere in grado di governare i bisogni, è condizione quasi indispensabile per ritrovare il benessere anche sentimentale. Amare è sinonimo di adorare, venerare, gustare, gradire, divinizzare, accendersi, invaghirsi, rispettare, stimare, accettare, ammirare, onorare ma soprattutto essere innamorato di… 
L’Affetto è un sentimento di delicatezza che lega due persone fra loro, mentre il Voler bene è un sentimento che si rivolge all’altro. 
L’Amarezza, indica uno stato d’animo di nostalgia, malinconia, che è diverso dal dolore e dalla disperazione. 
Il Pudore non è la negazione del desiderio, ma è la garanzia che l’amore si è trasformato in ammirazione per la persona amata, nella sua completezza ed è diverso dall’attrazione fisica. Avere pudore significa riconoscere il valore di una persona che non desidera essere considerata un oggetto. Quindi il pudore, non può essere confuso con la vergogna, ma segnala al partner di non guardare solo il corpo, ma di considerare l’intera persona. 
La Vergogna è sentirsi scoperti in quella intimità che, per timori diversi, si vuole nascondere. Intimità è reciproca rivelazione, fiducia, accettazione; è un modo per comunicare la propria Dote Emozionale. L’intimità non è prendersi cura del partner, non è vicinanza, ma rappresenta un modo per comunicare informazioni intime e personali. È un processo che si sviluppa attraverso il desiderio di aprirsi al proprio partner, mediante la rivelazione. 
In un rapporto è impossibile andare sempre d’accordo, è inevitabile che a volte si litiga, ma se l’intimità ha raggiunto un buon livello si diventa capaci di gestire i conflitti senza rancori, rimorsi o ricatti, in quanto l’ira non porta mai a risultati. Inoltre se si evita di aggredire, si è più capaci ad attendere, a calmarsi, a raccogliere le idee per parlare anche dal punto di vista dell’altro. 
Quando esiste un problema non serve fare sesso, ma occorre parlare. Il sesso è intimità, complicità e ricerca del piacere che deve essere praticato quando l’animo è sereno. Lo stare insieme non deve essere un’abitudine, ma richiede comportamenti e modi di fare analoghi a quelli che si attuano con gli altri, con qualcosa in più… dolcezza, tenerezza. Occorre porre i limiti alla propria immaginazione, occorre evitare di fare gli indovini e verificare subito gli eventuali sospetti. A volte la gelosia ravviva la curiosità e il rapporto, a volte porta alla distruzione. Occorre evitare le parole del tipo: tu non mi capisci, e tutta colpa tua, in quanto non servono a nulla e calpestano l’intimità raggiunta. 
Parlare sempre e comunque, indipendentemente da tutto, in quanto il silenzio non consente di capire. Occorre imparare a prendere respiro, a parlare con onestà, in quanto l’essere bugiardi, implica assenza di personalità. Introdurre altre persone come giudici o per gestire incomprensioni e malcontenti è inutile, a volte arreca solo danni, in quanto rompe quel rapporto di intimità che deve sempre esistere in una coppia. Non è importante cercare conferme del proprio punto di vista, ma è utile saper ascoltare anche la verità dell’altro. 
Quotidianamente, l’individuo compie immensi sforzi per realizzare i propri sogni, tuttavia spesso si inventa ostacoli che non sono reali, ma che nascono dall'interno di sé. Sono il timore, l'amarezza, le delusioni del quotidiano che determinano il destino dell’individuo e che lo racchiude in un mondo interiore. Occorre imparare a sentire i propri sentimenti. La ragione può suggerirci di evitare comportamenti errati, ma quando il sentimento diventa passione, si alimenta di forti emozioni che possono indurci a compiere qualsiasi atto. Un Sentimento Educato, anche se alimentato da passione, sarà sempre in relazione con gli altri e ci eviterà quel malessere interiore che svuota la vita e quel bisogno di felicità. 
Cosa accade nella mente un istante prima di innamorarsi? 
È sufficiente un’istante per scoprire che una persona ci interessa, ci piace. A volte uno sguardo, un sorriso appena accennato, movimenti o reazioni inconsapevoli, ma in grado di inviare uno speciale e indescrivibile segnale di desiderio. Nei primi dialoghi, non è fondamentale il senso del discorso, non sono importanti le parole, ma il tono della voce, il linguaggio del corpo, lo sguardo, una serie di messaggi in grado di risvegliare percezioni e sensazioni emotive che molto spesso risalgono alla prima infanzia. Ciò accade in quanto il sistema emozionale confronta su base associativa, l’esperienza corrente, con ciò che è accaduto nel passato. Quando lo scenario attuale e quello del passato presentano significative similitudini, si attivano le opportune molecole cerebrali, che mediano le risposte emotive (gioia, ansia, depressione, euforia, ecc.). Ciò conferma che l’interpretazione della realtà non è solo un processo cognitivo, ma è anche prevalentemente emotivo. 
La prima infanzia svolge un ruolo fondamentale nelle relazioni dell’adulto. Infatti, vivere in un ambiente familiare in cui i figli hanno percepito un rapporto sentimentale sereno dei loro genitori, da adulti saranno in grado di creare legami più duraturi, mentre quelli i cui genitori si sono separati, si innamorano più facilmente, ma l’esperienza emotiva vissuta durante l’infanzia, può compromettere la loro capacità di controllare gli istinti primari. I bambini che assorbono la colpa delle crisi matrimoniali dei genitori, spesso giungono all’età adulta con gravi carenze emotive, mentre i bambini che vivono in famiglie con gravi disturbi della personalità, da adulti potrebbero non essere in grado di porsi in relazione con gli altri e di comprendere i sentimenti. 
Da un punto di vista neurobiologico, anche se la Corteccia Cerebrale svolge un ruolo fondamentale nel riconoscere i tratti del volto di una persona, è il sistema emozionale ed in particolar modo l’Amigdala, che gli associa i valori di simpatia, affetto, ecc., che costituiscono quelle istanze inconsapevoli che determinano la gratificazione, il piacere, la soddisfazione. Istanze che svolgono un ruolo fondamentale nel determinare i comportamenti dell’agire umano. Quindi il ricordo emotivo può anche essere completamente svincolato da quello cognitivo, in quanto il sistema emozionale può agire in modo indipendente da quello della Corteccia Cerebrale. Inoltre, l’interpretazione emotiva degli eventi quasi sempre precede la risposta razionale. Ciò consente di comprendere anche perché diverse volte, la percezione impedisce di interpretare razionalmente gli eventi e i sentimenti.
Quando si incontra una persona la sua immagine, attraverso il sistema visivo giunge alla corteccia prefrontale per essere memorizzato nella memoria in cui avviene l’elaborazione cosciente (Memoria di Lavoro). Il medesimo impulso raggiunge anche il sistema della Memoria Dichiarativa (o Esplicita), situato nel Lobo Temporale che attiva i ricordi associati a quella persona. Il sistema della Memoria di Lavoro estrae i ricordi significativi e li integra con l’immagine della persona che si ha di fronte. Contemporaneamente si attivano anche le aree subcorticali coinvolte nell’attaccamento che, in un certo senso, alterano la funzionalità della Memoria di Lavoro. Innanzitutto si creano una serie di connessioni dirette fra le aree dell’attaccamento e la corteccia prefrontale, inoltre si eccitano i sistemi attivanti del Tronco Encefalico che contribuiscono, attraverso la memoria di lavoro, a focalizzare l’attenzione su quella persona. Si attivano quindi le risposte corporee, condizionate dai circuiti dell’attaccamento, per esempio cerchiamo di avvicinarci alla persona piuttosto che fuggire per evitarla, adottiamo uno stile comportamentale aperto e ricettivo, piuttosto che un atteggiamento di cautela, ecc. 
Quando i bambini vengono privati dell’affetto di cui hanno bisogno, si impegnano in uno sforzo tortuoso per ottenere l’affettività a cui aspirano. Se i loro genitori non li ritenevano degni del loro amore e della loro attenzione, come possono credere di valere come persone? Credono invece di essere responsabili di terribili colpe e di dovere soffrire per espiarle. Si danno da fare per dimostrare di essere buoni, perché non credono di esserlo. 
Innamorarsi è una scelta? 
Innamorarsi non è un processo razionale della mente, ma una scelta che nasce dal bisogno di trovare un inconsapevole rifugio emotivo, al fine di attenuare quel senso della solitudine che può essere causa di ansia. Durante questa fase si viene rapiti dalle accattivanti immagini che noi stessi proiettiamo, nell’illusione di credere che la persona incontrata è la perfetta realizzazione dei nostri desideri. Quindi idealizziamo e siamo poco inclini a cercare o manifestare i difetti, mentre siamo disponibili a modificare abitudini e vivere quotidiano. In questo senso l’innamoramento si rivela come una ingenua forma di egoismo, in quanto sostituisce un individuo reale con una immagine ideale. 
Innamorarsi è necessario sia per scopi sociali, sia per bisogni individuali. Ha una durata limitata nel tempo, in quanto serve a segnalare un interesse diverso dall’amicizia. La sua fine coincide con l’inizio della fase dell’Essere Innamorato, durante la quale gradualmente si attenua l’idealizzazione, si notano maggiormente i difetti e i limiti del partner. Tuttavia l’atto dell’innamorarsi condiziona ancora il rapporto, anche se in forma attenuata, per cui il magico momento continua a persistere, in quanto si continua a vedere nell’altro, l’immagine fantasiosa dei propri desideri. L'innamoramento non dura in eterno, per cui la sua fine coincide con la rinuncia o con la trasformazione del rapporto in Relazione Sentimentale e quindi in amore, affetto, stima, fiducia. 
Il consolidarsi della stima, accentua il bisogno di stare insieme e crea i presupposti per un progetto alimentato dalle aspettative per un futuro di felicità e benessere. Questo sogno idealizzato rappresenta la sublimazione dell’Essere Innamorato, che viene formalizzato mediante un contratto che sancisce la scelta dello stare insieme. Il desiderio di stare insieme può trasformarsi in Relazione Affettiva, se la coppia riesce a trovare il giusto equilibrio, fra condivisione di sentimenti e appagamento di bisogni anche erotici, diversamente il sogno lentamente inizia a trasformarsi in noia e quindi in un senso di disagio che si trasforma in bisogno di evasione o desiderio di abbandono. 
Essere innamorati non significa necessariamente che si ama. Infatti per poter amare occorre riuscire a superare l’egoismo individuale e raggiungere un buon equilibrio psicologico, in modo che l’amore non sia più bisogno inteso come dipendenza, protezione o interesse, ma desiderio di proiettarsi nell’altro. L’amore è una scelta non istintiva che implica volontà, un’alchimia di emozioni non controllabili dalla ragione, sublime e molto spirituale. È una scelta morale che rinnega l’esaltazione dell’Io inteso come gratificazione del proprio egocentrismo. È una decisione, non un obbligo o un requisito alla base del contratto del matrimonio, che ha l’arroganza di voler costringere a tutti i costi le persone a stare insieme, anche quando ormai si odiano, per malvagia, disdicevole e nevrotica volontà dei Gerarchi Padroni delle Religioni e dello Stato. 
Occorre saper rinunciare alle costrizioni imposte che truffano in nome di un qualcosa che non è parte dell’individuo e quindi non può essere amore che vive nel profondo dell’essere, ma opprimente abitudine che si trasforma in una gabbia in cui, in una lenta agonia di indifferenza, si consumano le nostre capacità ad amare e a manifestare affetto. In amore la morale non deve essere un obbligo, ma un sentiero formativo, una guida in grado di illuminare l’individuo affinché possa raggiungere quel giusto equilibrio fra i suoi bisogni e i desideri del partner, al fine di costruire una unione che si basi sul rispetto reciproco, in grado di alimentare quello slancio di vitalità che può donare il sorriso all’esistenza. 
Diffondere il credo religioso che, reprimere l’erotismo e praticare l’astinenza sessuale sia una virtù, è un medievale sintomo nevrotico, una restrizione di una funzione biologica e psichica necessaria per raggiungere un adeguato equilibrio psicologico, necessario per evitare l’insorgere di devianze e l’impoverimento delle proprie energie, in quanto impiegate in una battaglia inconscia di inibizione e razionalizzazione che può sfociare in un ulteriore irrigidimento egoistico. Vivere l’Amore è quindi qualcosa di diverso dall’Essere Innamorati, che è la risposta ad un bisogno che nasce dal desiderio di voler acquisire il possesso dei pensieri e delle attenzioni dell’altro. 
Occorre liberarsi dalla confusione che esiste fra l’Essere Innamorato e l’Amore, al fine di acquisire la capacità a saper trasformare quella immaginaria iniziale tempesta ormonale, che non è ancora amore, in una rassicurante e realistica relazione con l’altro che comprende anche l’accettazione di quelle caratteristiche che possono essere fonte di incomprensione. Amare è un'arte che richiede saggezza e coraggio, perché solo la saggezza, se alimentata dal coraggio, può consentirci di abbandonare l’egoismo e di sfuggire all’illusioni, consentendoci di reinterpretare il quotidiano, per evitare che il ripetersi delle azioni, si trasformino in monotonia.
Una delle maggiori difficoltà che si vive in una relazione, consiste nel far convivere la tenerezza con la sessualità che in amore, dovrebbe trasformarsi in erotismo e sensualità, diversamente la coppia si ritrova a vivere un rapporto sessualmente insoddisfacente e privo di quel necessario godimento orgasmico, che inevitabilmente conduce a considerare il partner come oggetto erotico degradato e svilito. 
Amare significa accettare l’altro così come realmente è con tutte le sue qualità e difetti, rendersi disponibile a vedere la realtà con i suoi occhi, recepire il senso degli avvenimenti attraverso le sue percezioni. Invece, quando la persona è insicura sulle sue intime certezze, avverte il bisogno di dover convincere l’altro su quanto lei stessa dubita, per cui si lascia facilmente ossessionare dal convincimento di dover convertire l’altro ai suoi ideali e al suo credo di vita. L’altro diventa quindi un modo per colmare quel vuoto esistenziale che si porta dentro. Il partner diventa così oggetto d’amore non una persona d’amare. 
Amare significa riuscire ad abbandonare l’egoismo e a superare le pulsioni dell’Io narcisistico e dell’infantile senso di onnipotenza, che spesso si manifesta con l’odioso lamento di non essere amato e di ritenere il partner inadeguato e diverso dalle aspettative che si erano create, durante il periodo dell’innamoramento. 
In realtà questo inganno nasce dalla confusione fra la propria capacità di credere di amare in base alle qualità interiore del partner, rispetto alle sue caratteristiche oggettive. Ovviamente queste caratteristiche sono importanti perché sono i motivi che determinano le scelte, tuttavia occorre essere in grado di distinguerle dalla propria Capacità ad Amare, diversamente l’immaginario che ci guida nella scelta iniziale rischia di naufragare ad ogni tentativo, perché ci porta a scegliere solo le persone che non potremo mai amare e ci fa credere che il destino non ci ha ancora concesso la possibilità di incontrare la persona giusta. In questi casi è più intelligente ed opportuno modificare la ricerca fra le offerte disponibili e rivedere la propria capacità ad amare, in modo da favorire quel percorso che porta ad incontrarsi, piuttosto che alle rivendicazioni contro. Occorre convincersi che amare è più importante dell’essere amato, perché è un modo per liberarsi dall’egoismo dell’Io narcisistico e attenuare quel bisogno di sentirsi legato all’altro, che si alimenta del timore di essere abbandonati. Il senso di attaccamento all’altro, in questi casi, risulta drogato e porta ad attuare atteggiamenti negativi che possono compromettono l’armonia e quindi la relazione. 
In altri termini, non dipendere troppo dall’altro, non significa attenuare il sentimento nei confronti del partner, ma aiuta a prevenire atteggiamenti e comportamenti drammatici che sono la causa di molte rotture. Infatti, i comportamenti che nascono da nostre scelte, sono percepiti come piaceri, mentre quelli imposti dall’esterno, vengono vissuti come odiose imposizioni che limitano la gioia di crescita interiore a fianco della persona amata. Quindi occorre acquisire la capacità a saper condividere le scelte, cioè è l’altro che deve fare le scelte che noi desideriamo. Ciò è possibile solo se nella coppia si sviluppa il desiderio della condivisione e della complicità anche erotica e sessuale, con cui sviluppare nel quotidiano, nuovi percorsi verso la felicità. 
Quando si vive un rapporto sentimentale chiuso ed opprimente è inevitabile essere assaliti dalla noia che si alimenta attraverso i comportamenti ripetitivi del quotidiano che impediscono il sorgere di un qualsiasi slancio creativo, inoltre si inaridisce la comunicazione, si spengono entusiasmi e fantasie, possono facilmente insorgere occasioni di violenza fisica e psicologica. In questi casi, se non si giunge alla rottura del rapporto, diviene ragionevole e legittimo l’ipotesi di una relazione parallela o alternativa. 
Innamorarsi è una fatalità? 
Diversi individui ritengono che l’innamorarsi sia una fatalità, un evento controllato dalla casualità e dominato dal destino. In realtà è un complicato processo di comprensione, in quanto determinato dall’incontro del nostro pensiero con i sentimenti e le emozioni, anche se è fortemente condizionato dalle credenze morali, religiose e sociali ed è influenzato dal rapporto vissuto con le persone che sono emotivamente importante per noi. 
La paura degli altri, il timore del confronto, la necessità di rafforzare le nostre debolezze, il bisogno di sicurezza emotiva, la ricerca del benessere economico, il timore del tradimento, il bisogno di vincere l’ansia dell’attesa, la paura della solitudine, l’angoscia dell’ignoto. Insomma un gran casino! Ma il problema più grosso è che tutto ciò avviene senza l’apporto della nostra consapevolezza. Per questo spesso non riusciamo a comprendere il perché di certi comportamenti che ci fanno apparire fuori dalla realtà, che ci fanno compiere azioni a volte riprovevoli e che non riusciamo in alcun modo a comprendere. 
È in questo perdersi che ci abbandoniamo, per lasciarci trasportare dai nostri giudizi e dalle nostre convinzioni, incapaci di cogliere il vero senso della realtà. Innamorarsi è comunicare le proprie emozioni ad una persona che ci completa, in quanto parte del nostro IO ideale, è un bisogno di sentimento che non può essere imposto, nasce spontaneo, tuttavia non è ancora Amore. È una scelta che nasce per condividere quel naturale bisogno di completezza che si realizza come immagine riflessa nell’altro. 
Durante lo sviluppo della nostra personalità costruiamo una immagine ideale che ci descrive e ci completa, per cui quando incontriamo una persona che dimostra di possedere le qualità necessarie a descrivere il nostro ideale, si crea in noi un eccitamento affettivo che chiamiamo innamoramento. Una sfida, se si sceglie di amare in modo incondizionato, se si è capace di promuovere la consapevolezza.
Come è possibile guidare questo processo di consapevolezza? 
Occorre liberare i sentimenti dal bisogno e dal possesso, dalle pretese e dalle richieste, da qualsiasi forma di esclusività sentimentale, emotiva ed erotica. Occorre dare spazio alla comprensione, al dialogo e a tutte quelle forme di attenzioni, bisogna evitare di imporre i propri bisogni mediante forme di richieste aggressive che sollecitano rinunce. Deve essere prevalente il desiderio di scoprire, la necessità di conoscere, affinché la nostra mente possa liberarsi dalle suggestioni e dai giudizi. 
Il ricordo del passato, il bisogno di credere, spesso continuano a tormentare il nostro vivere quotidiano, sotto forma di sospetto, di timore che inevitabilmente possono portare a distruggere una storia, ma spesso il sospetto o la certezza può essere una scelta per giustificare i nostri bisogni, le nostre debolezze o la nostra necessità di soffocare l’ansia che ci impedisce di vivere i conflitti. Spesso incontriamo persone tremendamente affascinanti, ma false, malvagie, manipolatrici, che si nutrono di invidia e gelosia, che manifestano complesse forme di aggressività, capaci solo di aumentare la conflittualità. Queste persone sono costantemente alla ricerca delle cose che dividono, piuttosto che ricercare quelle che possono unire, perché spesso sono le parole che ci consentono di amare o odiare, sono le azioni che cercano di condizionare la possibilità di andare incontro all’amore. 
Spesso si utilizza il pianto e quell’egoista senso del bisogno dell’altro, come azione destabilizzante e manipolatoria della consapevolezza altrui. Forse sostituire queste azioni demolitrici basati sulla stupidità, con la dolcezza, la tenerezza e il bisogno di amare l’altro, piuttosto che le proprie esigenze fisiologiche, può creare quel sentire in grado di alimentare il desiderio che sorprende, contagia, stupisce e sconvolge.
Ecco che Tradire non è fare sesso con una persona diversa dal proprio partner, ma è la negazione della promessa d’amore che è stata fatta durante il periodo dell'innamoramento e successivamente concretizzata con la nascita e lo sviluppo dell’amore. Innamorarsi deve essere una scelta libera dal bisogno e dal desiderio di incontrare per condividere un futuro, perché diversamente in un futuro prossimo non saremo in grado di capire perché fino a pochi giorni prima eravamo incantati da una presenza, mentre ora sola l'idea dell’altro già ci infastidisce.

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