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Library: Psicologia - Meccanismi Mentali

Modelli di Attaccamento
di Antonio Sammartino    07/04/2015

Ai fini della teoria dell’Attaccamento è importante distinguere tra Attaccamento, Comportamento di Attaccamento e Sistema dei Comportamenti di Attaccamento.

La classificazione originaria proposta dalla Ainsworth prevedeva tre fondamentali Tipi di Attaccamento, identificati con la lettera:

A (Attaccamento Insicuro-Evitante o Ansioso-Evitante) in cui il bambino si percepisce rifiutato o trascurato dai genitori.
B (Attaccamento Sicuro) in cui il bambino ha fiducia nei genitori in quanto gli dimostrano comprensione ed affetto e lo sostengono nelle situazioni di bisogno.
C (Attaccamento Insicuro-Ambivalente o Ansioso-Ambivalente o Ansioso-Resistente) in cui il bambino non è sicuro di ricevere comprensione e protezione dai genitori.
Successivamente, Main e Solomon, durante la Strange Situation, notarono che alcuni bambini manifestavano comportamenti strani, spaventati o disorganizzati, che non rientravano nei tipi precedentemente individuati, che quindi venivano considerati come non classificabili. Inoltre notarono che NON manifestavano una strategia coerente nei comportamenti di separazione e di ricongiungimento con il caregiver, ma esprimevano modelli di attaccamento conflittuali, privi di obiettivi, per cui definirono un nuovo tipo che identificarono con la lettera D (Attaccamento Disorganizzato-Disorientato), in cui il bambino non sa verso chi orientare il suo bisogno di amore e protezione.
Infine, Patricia Crittenden nel 1997 descrisse un quinto tipo (A/C) che denominò Attaccamento Evitante-Ambivalente o Evitante-Timoroso, caratterizzato da un misto di alta ansia ed evitamento, tipico di situazioni relazionali caratterizzate da abuso e trascuratezza.
In sintesi, i primi tre modelli furono introdotti da Mary Ainsworth che diede inizio alle prime ricerche, mediante la Strange Situation, sulle differenze nelle diverse risposte di attaccamento dei bambini. Successivamente Mary Main e Solomon, mediante l’Adult Attachment Interview, notarono che alcuni bambini manifestavano un comportamento che non era riconducibile a nessuno dei tre precedenti stile di attaccamento, per cui rilevarono la necessità di aggiungere un quarto stile che denominarono Disorientato-Disorganizzato. Infine Patricia Crittenden definì un nuovo tipo che denominò Evitante-Ambivalente.

I bambini Insicuri sono caratterizzati dal convincimento di dover essere all’altezza di, per cui cercano di adattarsi alla figura di attaccamento mediante due diversi tipi di strategie: l’Evitamento o l’Adesione, determinando così un attaccamento Insicuro-Evitante o Insicuro-Ansioso-Ambivalente.
Mediante la Strategia di Evitamento il bambino tenta di minimizzare i suoi bisogni di attaccamento al fine di prevenire il rifiuto, in questo modo può restare vicino alla figura di accudimento, anche se la vicinanza emotiva che ottiene è minima; in questo caso il bambino, mediante l’Esclusione Difensiva esclude i segnali e le informazioni provenienti dal mondo interno/esterno, che potrebbero attivare le sue richieste di attaccamento e di conseguenza rimuove sia i suoi bisogni che il rifiuto del Caregiver.
Mediante la strategia dell’Adesione il bambino si lega al Caregiver adottando una eccessiva sottomissione o mediante un’inversione dei ruoli, in questo modo è il bambino a curarsi del Caregiver e non viceversa come dovrebbe essere. In questo caso l’Esclusione Difensiva è attuata sia per proteggersi dal rifiuto che dai sentimenti di rabbia. Inoltre consente al bambino di non elaborare a livello emotivo gli affetti che causano dolore, tuttavia la condizione disadattativa che ne deriva determina una Coazione a Ripetere e quindi una rigidità nel suo Modello Operativo Interno (MOI) che difficilmente potrà essere aggiornato da nuove esperienze. In questo caso l’Esclusione Difensiva si attua sia per il rifiuto che per i sentimenti di rabbia.

I bambini con Attaccamento Sicuro (Tipo B) hanno bassi livelli di ansia ed evitamento, una percezione positiva di sé e una maggiore sicurezza e resilienza, non temono l’abbandono e sono meno angosciati dal pensiero della perdita. Da adulti, manifestano una maggiore disponibilità nella ricerca di una intimità romantica, perché hanno una percezione positiva di sé, non temono il rifiuto ed hanno una profonda fiducia nelle personali risorse interiori, che consente loro di affrontare lo stress senza il bisogno di dover distorcere la realtà. Inoltre manifestano una notevole apertura mentale ed una buona rappresentazione degli altri. Sono in grado di fare affidamento sulle persone e di gestire le avversità, attingendo dalle proprie risorse interne e dal sostegno degli altri. Cercano costantemente un contatto con il loro mondo interno, ciò impedisce alla loro mente di produrre memorie disturbanti. Nello stile di Attaccamento Insicuro-Evitante o Ansioso-Evitante (tipo A), sono spesso presenti elementi tipici della dipendenza affettiva (insicurezza, forte senso di colpa, convinzione di non essere amati, intolleranza al distacco, ansia da abbandono, inadeguatezza e sfiducia in se stesso), consistenti nel controllo ansioso e ossessivo di sé, dell’altro e della relazione, nell’errata convinzione di non essere degni di amore, ciò può condurre la persona all’accettazione passiva di forme di maltrattamento. Il pensiero che caratterizza questo tipo è che l’ambiente è inaccessibile, quindi devo essere autosufficiente, mentre le emozioni predominanti sono tristezza e dolore. Ciò accade perché l’individuo percepisce e valuta la realtà, mediante credenze definite sulla base del modello relazionale acquisito durante i primi anni di vita, che diventa così un modello comportamentale, spesso apparentemente privo di senso, in quanto disfunzionale e autolesivo, che potrebbe trasformarsi in fonte di dolore.

Nello stile di Attaccamento Insicuro-Ambivalente o Ansioso-Ambivalente o Ansioso-Resistente (tipo C), il Caregiver non rappresenta una base sicura. In genere questi bambini manifestano disagi, sono spaventati e non riescono a consolarsi neppure con la presenza del genitore, perché non rappresenta per loro una figura stabile su cui fare riferimento. Appaiono dipendenti e centrati sul genitore, con limitati aspetti di autonomia e con la tendenza a mettere in atto forti manifestazioni di attaccamento, caratterizzati da sentimenti di rabbia o di passività. Il pensiero che caratterizza questo tipo è che devo farmi accettare dall’ambiente, mentre l’emozione predominante è la colpa. Vivono un complicato rapporto con le loro emozioni, ciò si traduce in età adulta, in una forma di incapacità nella regolazione dell’umore e dell'affettività. Il termine Ambivalente indica un qualcosa che ha un duplice significato o effetto, che può servire a due diversi scopi.

Nello stile di Attaccamento Disorganizzato-Disorientato il Caregiver manifesta un comportamento spaventato e spaventante. In genere è probabile che abbia subito nell’infanzia una perdita o un lutto non elaborato o esperienze infantili di abuso sessuale, prevalentemente di tipo incestuoso o altri tipi di violenze. Spesso i genitori di questi bambini possono presentare un disturbo bipolare grave per cui lo trattano in modo bizzarro e imprevedibile, perché rivivono dolori che sono parte del loro mondo interiore. Conseguenza di ciò è che il bambino è caratterizzato da assenza di organizzazione del comportamento di attaccamento, in quanto in presenza del Caregiver manifesta comportamenti confusi e contraddittori e atteggiamenti controllanti che possono essere di tipo punitivo o ablativo (cioè di cura e protezione). Mediante l’atteggiamento punitivo il bambino si comporta, nei confronti del genitore, in modo prepotente e arrogante, umiliandolo e rifiutandolo, fino a giungere a minacce verbali o ad impartire ordini, mentre con l’atteggiamento ablativo adotta comportamenti che mirano a soddisfare i bisogni e gli affetti altrui, fino alla rinuncia o al sacrificio, senza richiedere nulla in cambio, quindi non è più il genitore a prendersi cura del bambino, ma è il bambino a curare il genitore. Questi atteggiamenti di controllo consentono al bambino di assumere un controllo sul genitore e costituisce l’unico modo che gli consente di tirarsi fuori dalla situazione confusiva causata dalla distorsione relazionale indotta dall’attaccamento disorganizzato, perché è lui che determina la relazione. Ciò gli consente di riorganizzarsi e ripristinare un senso di sé in grado di affrontare il difficile rapporto con il genitore, perché non lo teme più. Il pensiero che caratterizza questo tipo è: che l’ambiente è minaccioso. Se il bambino non riesce a sviluppare una strategia comportamentale controllante, nell’interazione con il Caregiver, non riesce a farlo in modo adeguato, per ci si disorganizza.

Lo stile di Attaccamento Evitante-Ambivalente o Evitante-Timoroso evidenzia uno stile di attaccamento caratterizzato da un misto di alta ansia ed evitamento, tipico di situazioni relazionali caratterizzate da abuso e trascuratezza. Nell’adulto, al fine di compensare e soddisfare i bisogni di attaccamento che non sono stati adeguatamente riconosciuti e soddisfatti nel passato e che la persona non è in grado di esprimere e gratificare nel presente, trova una compensazione nel comportamento sessuale che spesso è sgradevole oppure anestetico a causa dei tentativi del Sé di auto-proteggersi mediante meccanismi di dissociazione.

Nell’adulto lo “stato mentale” si correla alla storia reale vissuta, ma principalmente a ciò che la persona attualmente pensa della sua storia. Un individuo potrebbe aver trascorso un’esistenza difficile all’interno della famiglia d’origine, ma potrebbe aver acquisito uno stato mentale “Autonomo” rispetto all’esperienze infantili ed aver figli con attaccamento sicuro. Ciò significa che i fattori determinanti non sono di pura origine ambientale infantile, anche se un’esistenza serena durante l’infanzia favorisce lo sviluppo di individui sicuri.
Un modello terapeutico correlato con la teoria dell’attaccamento, secondo Bowlby, dovrebbe finalizzarsi all’individuazione e alla ristrutturazione dei MOI (Modelli Operativi Interni) disfunzionali, in modo particolare dovrebbe fornire alla persona una base sicura affinché possa esplorare gli aspetti della sua esistenza che sono fonte di dolore, incoraggiandolo ad esaminare lo stile attuale relazionale su di sé e sugli altri e quanto i suoi atteggiamenti siano la conseguenza delle sue esperienze di attaccamento. Infine deve sollecitare e incoraggiare la persona a ristrutturare i suoi modelli disfunzionali.
L’organizzazione dello “Stato mentale” nell’adulto può essere classificato in base ai seguenti modelli:
Tipo F (Free), cioè “Autonomo” che corrisponde all’attaccamento Sicuro del bambino. Le persone con questo tipo sono caratterizzate dall’avere flessibilità di pensiero e coerenza narrativa. Ricordano specifici ricordi e sono in grado di integrare sia gli aspetti positivi che negativi. Alla base vi è un riconoscimento della distinzione tra apparenza e realtà.
Tipo E (Entangled), cioè “Invischiato” che corrisponde all’attaccamento Insicuro-Ambivalente (Tipo C) del bambino. Queste persone manifestano, nei confronti delle figure di attaccamento, un coinvolgimento confuso, passivo o arrabbiato. Dalle loro narrazioni emerge una continua invasione di elementi affettivi, di emozioni e sensazioni del passato nei loro processi mentali attuali, che non riescono ad integrare nel momento presente.
Tipo D (Dismissing), cioè “Distaccato” che corrisponde all’attaccamento Insicuro Evitante (Tipo A) del bambino. Queste persone minimizzano l’influenza delle loro esperienze negative e sminuiscono il valore emotivo ed affettivo dalle esperienze di attaccamento. Forniscono descrizioni positive dei loro genitori, ma non sono in grado di narrare specifici episodi dell’infanzia che giustificano il loro giudizio. In queste persone, l’attaccamento risulta essere scollegato dall’esperienza di vita attuale.
Tipo U (Unresoveld), cioè “Irrisolto”, che corrisponde all’attaccamento Disorganizzato (Tipo D) del bambino. Questo tipo di attaccamento non costituisce una vera forma di organizzazione mentale complessiva rispetto all’attaccamento, ma si sovrappone alle precedenti. E’ tipico di persone che hanno subito un trauma o un lutto significativo, il cui stato mentale appare essere disorganizzato. Manifestano un atteggiamento di incredulità rispetto alla persona scomparsa, mediante la convinzione che sia ancora viva oppure manifestano disorientamento e confusione rispetto alla temporalità degli eventi.
Tipo CC (CannotClassify, cioè Inclassificabile: CC). In questi casi la persona manifesta un insieme di stati mentali incompatibili tra loro, che non consente di inserirlo in una delle principali categorie.

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