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Emisferi Cerebrali
di Antonio Sammartino    17/06/2004

Esistano alcune piccole ma significative differenze anatomiche fra il cervello dell’uomo e quello delle donne.

Mediamente il cervello della donna pesa circa il 12% in meno rispetto a quello dell'uomo, tuttavia ciò non significa una maggiore superiorità intellettiva dell’uomo. Le connessioni fra i due emisferi sono più sviluppate nella donna, mentre nell’uomo vi è un numero maggiore di neuroni nell’ipotalamo. Il cervello dell’uomo segue schemi logici basati sulla razionalità, mentre nella donna il funzionamento è intuitivo. Il funzionamento dei circuiti neuronali è più rigido nell’uomo, mentre è più elastico nella donna. 

Il cervello è costituito da due emisferi collegati fra loro mediante un grosso fascio denominato Corpo Calloso, composta da milioni di fibre nervose. 
L'emisfero sinistro controlla la parte destra del corpo, mentre l'emisfero destro quella sinistra. 
Ogni emisfero è specializzato e percepisce la realtà a suo modo, anche se ciò non è vero per tutte le parti che lo compongono. Normalmente lavorano in stretta sinergia e integrazione, tuttavia a causa della diversa specializzazione, in determinate situazioni uno dei due è funzionalmente preminente nei confronti dell'altro. Questo può a volte creare un conflitto, se le risposte tra i due emisferi, si contraddicono. 
L’emisfero sinistro è specializzato nelle funzioni linguistiche, nell’astrazione e nella percezione e rappresentazione del mondo circostante. È la mente cosciente sede dell’Io. Possiede la conoscenza del sé (percezione di noi e degli altri) e il concetto di spazio-tempo. Si sente un Io Separato. Non possiede emozioni, per cui analizza le informazioni in modo razionale. Si esprime mediante la scrittura, le parole e l’uso di un linguaggio logico matematico. È in grado di realizzare ragionamenti logici e discorsi complessi, di sviluppare adeguate strategie di ricerca cognitiva e di definire relazioni logiche fra i fatti. 
A causa della sua struttura a volte è costretto ad improvvisare e a crearsi falsi ricordi, a inventarsi completamente un passato immediato e fittizio. È la parte del cervello che causa le malattie. Le due aree del linguaggio, quella di Wernicke (comprensione del linguaggio) e quella di Broca (produzione del linguaggio), sono entrambe localizzate nell’emisfero sinistro. Per tutte queste caratteristiche è ritenuta la sede dell’Io.
L’emisfero destro è specializzato nella percezione di figure, strutture e contesti nella loro globalità. Usa un linguaggio fatto di immagini molto simile a quello dei sogni, fa uso di aforismi, aneddoti, metafore, prescrizioni comportamentali. È quindi immaginativo, persuasivo, sognatore, simbolico, affettivo, evocativo, terapeutico. Si sente Parte di un Tutto. 
Elabora le informazioni in modo intuitivo e immediato, possiede un linguaggio assai povero, in grado di comprendere nomi, aggettivi, poche sillabe e di distinguere fra frasi affermative e frasi negative. 
Non possiede il concetto di spazio-tempo ed ha difficoltà a fare inferenze su eventi che vanno al di là di una semplice associazione, tuttavia è capace di giudizi percettivi rapidi, del tipo fuga o attacca. È la sede della memoria e delle reazioni emotive, quindi ama, odia, ride, piange. Conosce l'arte del disegno, è specializzato nel pensiero analogico, nelle azioni spaziali e nel linguaggio musicale ed artistico. È molto veridico e aderente ai significati. È la parte del cervello che può curare le malattie. 
Il cervello funziona meglio quando deve affrontare problemi che coinvolgono le emozioni e le esperienze, rispetto a quando deve limitarsi a ragionamenti astratti o logici, perché nel primo caso, oltre all'emisfero sinistro si attiva anche quello destro. 
Un individuo è sotto stress quando l’attività di uno dei due emisferi predomina troppo sull’altro. Se si riesce a bilanciare le loro attività, si attenuano gli eventi negativi che il quotidiano propone, perché riesce meglio a valutare i problemi e a gestirli in modo adeguato. 
Se per affrontare e risolvere i problemi, si tende ad usare maggiormente l’emisfero sinistro, nell’elaborazione prevale la capacità logica matematica, con scarso apporto dell’intuizione, perché correlata all’emisfero destro. Se invece si tende ad usare prevalentemente l’emisfero destro, si è portati a sfuggire al problema, dimenticandosi che esiste. 
Solo quando entrambi gli emisferi riescono a collaborare fra loro si potrà accentuare la creatività, in quanto massima esaltazione delle nostre abilità logiche e intuitive. 
Gli attuali metodi educativi privilegiano l'emisfero sinistro, perché l'insegnamento viene impartito per gradi, seguendo schemi logici prestabiliti, in cui le principali materie sono: matematica, lettura, scrittura, ecc. perché lo sviluppo delle funzioni associate all'emisfero destro non sono facili da attuare. Inoltre, quando siamo svegli, tutte le situazioni sono controllate dall’emisfero sinistro. 
Lo scambio verso quello destro avviene in modo automatico, se l’attività da compiere è sgradita all’emisfero sinistro o se occorre fronteggiare un evento improvviso. Ciò significa che l’emisfero sinistro tende a svolgere anche quelle attività che l’emisfero destro potrebbe fare meglio. Un modo per evitare che ciò accade, consiste nel proporre all’emisfero sinistro compiti monotoni e ripetitivi o attività artistiche che, in un certo senso, lo disgustano. 
Diversi sono i motivi per desiderare un più intenso uso dell’emisfero destro: maggiore capacità di ricordare, abilità nel disegno, rimozione delle cattive abitudini, dei condizionamenti e dell’emozioni accumulate nel tempo. Inoltre possiede adeguati meccanismi per la cura delle malattie e di diversi disturbi quali insonnia, ansia, ecc. Infatti, spesso l’insonnia è dovuta alla continuazione dell’attività dell’emisfero sinistro, che tende a recriminare sul passato o a fare programmi per il futuro. Per distoglierlo da questa azione occorre iniziare attività monotone. 
Ogni emisfero è in rapporto con la metà controlaterale del corpo. I due emisferi non sono simmetrici ed equivalenti, ma mostrano un'asimmetria funzionale, anatomica ed una diversa specializzazione. Analitica il sinistro e globale il destro. I due emisferi inoltre si suddividono in lobo frontale, specializzato per programmare ed eseguire il movimento, lobo parietale per la percezione delle sensazioni somatiche, lobo occipitale per la visione e lobo temporale per l'udito. Il ruolo dei lobi frontali, è quello di trasformare le memorie integrandole in una struttura narrativa coerente. Danni in queste aree possono produrre un deficit delle funzioni esecutive e gravi disturbi nelle strutture narrative delle memorie personali. Infatti, individui con difficoltà nel focalizzare l'attenzione sui dettagli di uno stimolo, presentano un danno nella zona temporo-parietale sinistra, mentre pazienti con difficoltà nel concentrarsi sulla globalità di una scena, possono avere danni alla corteccia tempore-parietale destra. 
Le connessioni tra le aree frontali e parietali dell'emisfero destro, appaiono necessarie per il mantenimento dello stato attentivo definito di allerta e le connessioni tra zone frontali e corteccia sono deputate alla risoluzione dei conflitti (Posner, 2004). 
La corteccia prefrontale costituisce più della metà del lobo frontale. E' particolarmente sviluppata nell'uomo, ha connessioni reciproche con virtualmente tutti i sistemi sensoriali e motori, sia corticali che sottocorticali, è connessa con le strutture mesencefaliche e limbiche e non presenta connessioni dirette con le aree motorie e sensoriali primarie, ma solo con le aree associative. 
La zona corticale prefrontale, ha accesso ad una ampia varietà di informazioni interne ed esterne all'organismo ed effettua una sintesi, al fine di regolare numerosi processi mentali e comportamentali. Inoltre, le aree prefrontali appaiono deputate a selezionare, organizzare e sintetizzare, secondo un principio direttivo, tutte le informazioni ricevute in modo discontinuo nel tempo che sono fondamentali per l'apprendimento, la memoria e l'astrazione, oppure che devono essere rievocate e ordinate prelevandole dalla memoria, ad esempio per esprimere un giudizio. 
La funzionalità prefrontale si occupa anche di rendere le esperienze trascorse utilizzabili, nel momento in cui le circostanze impongono nuove forme di pensiero e di comportamento, ad esempio, nella previsione, nella valutazione e nella progettazione. Quando queste funzioni vengono meno, l'orizzonte di autoconsapevolezza e di autonomia decisionale si riducono. La corteccia prefrontale media anche l'associazione coerente tra comportamento ed emozione. 
Gli stati mentali definiti comunemente come stati alterati di coscienza (fra cui l'ipnosi), sono determinati principalmente, da una disregolazione transitoria dell'attività della corteccia prefrontale. Questa ipotesi si basa sugli studi psicologici e neurofisiologici del sogno, della meditazione, dell'ipnosi e sugli stati indotti da farmaci. La riduzione transitoria dell'attività corticale prefrontale, sembra essere una caratteristica comune a tutti gli stati alterati di coscienza. Questa alterazione funzionale transitoria della corteccia prefrontale ha virtualmente, connessioni reciproche con tutti i sistemi sensoriali e motori, sia corticali che sottocorticali. Inoltre si riverbera sul sistema limbico per cui influisce sulla vita affettiva ed emozionale, sulla memoria a breve termine, sulla regolazione delle risposte viscerali (modulando le azioni di aggressività e di riconoscimento della paura), sulle strutture sottocorticali come il giro del cingolo che si attivano nella risoluzione dei conflitti, degli stimoli, sul diencefalo centro di relais delle informazioni sensorie e motorie ed infine sulle strutture tronco-encefaliche che si occupano dell'omeostasi dell'organismo.

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