Senso Pedagogico delle Emozioni
di Antonio Sammartino
22/03/2000
Quale è il vero senso delle emozioni?
L’aspetto più inquietante a cui oggi si è costretti ad assistere, è l’indiscriminata trasformazione del valore positivo delle emozioni, in Disturbo Mentale, pur sapendo che neppure gli estensori del DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) fino ad oggi, sono stati in grado di definire cosa si intende per Disturbo Mentale.
Ciò che manca è un’educazione a comprendere il vero senso delle emozioni, a modularle senza soffocarle, ad evitare che possano sfuggire al controllo cognitivo, ciò non può farlo un farmaco, ma una adeguata educazione psicologica e pedagogica. Infatti non esistono emozioni errate, in quanto tutte ci aiutano a dare significato alla nostra esistenza e a regolare le relazioni con gli altri. Inoltre, attraverso gli stati emozionali il CORPO RACCONTA UNA STORIA.
Ad esempio, l’ANSIA ci segnala in anticipo, di fronte a dei mutamenti, che il nostro corpo avverte la percezione di un pericolo, quindi ci sollecita di fronte ad un ostacolo. La TRISTEZZA ci suggerisce di riflettere su un qualcosa di importante che pensiamo di aver perso. La RABBIA ci evidenzia che siamo vittime di una ingiustizia. Il SENSO DI COLPA ci dice che siamo stati ingiusti nei confronti di qualcuno e ci invita a chiedere scusa. L’INVIDIA ci informa che desideriamo qualcosa che gli altri hanno, che a noi manca, quindi è un invito ad impegnarsi in una certa direzione. La TENEREZZA segnala nelle relazioni, un bisogno di attenzioni.
Il termine AGGRESSIVITÀ indica «andare verso» un bisogno o un desiderio da soddisfare ed è una capacità fondamentale per la costruzione della sicurezza interiore. Questa qualità si acquisisce durante i primi anni di vita, in linea di massima attraverso i modelli comportamentali dei genitori (con il loro esempio) e si consolida in termini positivi con l’acquisizione della capacità a saper prendere e chiedere con ragionevolezza ed equilibrio ciò di cui si ha bisogno. Se ai bambini non viene insegnato a distinguere fra ciò che è giusto ricevere e ciò che occorre rinunciare, ma si reprimono i loro bisogni mediante maltrattamenti, duri rimproveri e continue critiche, i bambini non acquisiscono il senso della rinuncia e non hanno la possibilità di soddisfare i loro bisogni con serenità, per cui accumulano rabbia e rancore che alla prima significativa frustrazione, potrebbero esplodere sotto forma di aggressività o violenza gratuita, giungendo nei casi più estremi, fino all’omicidio, in quanto appare essere alla mente un bisogno assoluto di difendersi da qualcuno che vuole farti del male, che ti maltratta da un punto di vista fisico o emotivo.
Le emozioni sono funzioni biologiche del sistema nervoso, prevalentemente di natura inconscia, quindi non è possibile un loro diretto controllo. In altri termini, accadono e non possono essere generate su comando, quindi l’individuo non crea le emozioni, ma le situazioni in grado di modularle. È sufficiente provare un’emozione, per trasformala nel movente dei futuri comportamenti, per cui la paura può trasformarsi in ansia, il fastidio in rabbia, la rabbia in odio, l’amore in ossessione, ecc.
RABBIA. Elaborare la rabbia significa riflettere sul nostro modo di valutare il comportamento dell’altro che per noi è fonte di frustrazione e sul modo di reagirvi. La rabbia genera Irritazione.
DEPRESSIONE. Guarire dalla depressione significa rielaborare quei pensieri che identificano desideri che sembrano impossibili da rinunciarvi. Occorre sostituire i pensieri autosvalutativi che portano alla pretesa, con i pensieri che conducono a una giusta richiesta, in modo da trovare in se stesso le risorse per modificare il corso degli eventi. La depressione genera Tristezza.
SENSO DI COLPA. Elaborare il senso di colpa significa modificare i pensieri irrazionali che ci fanno sentire responsabili di un danno che non è così grave o che non abbiamo provocato intenzionalmente, significa promuovere sentimenti di autostima invece di un’autosvalutazione, passare dall’auto-biasimo a comportamenti attivi, con il fine di migliorare la situazione o se stessi. La colpa genera il Senso di responsabilità.
ANSIA. Per transitare dall’ansia nevrotica all’ansia esistenziale o preoccupazione, occorre accettare se stessi e il potenziale; occorre attenuare gli aspetti catastrofici e le attese perfezionistiche che sono la causa degli atteggiamenti di autosvalutazione e autocommiserazione. L’Ansia genera Preoccupazione.