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Library: Psicologia - Meccanismi Mentali

Essere Genitori
di Antonio Sammartino    18/07/2020

La Teoria dell’Attaccamento consente di mettere in relazione le prime esperienze familiari con diverse forme di disturbi psichiatrici, compresi i cambiamenti neuropsicologici associati a questi disturbi mentali.

Essere genitori significa fornire una base sicura da cui un figlio, possa partire per affacciarsi al mondo esterno, a cui possa ritornare avendo la certezza che sarà sempre il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste, rassicurato se spaventato.

Nell’attuale contesto sociale anche i genitori hanno bisogno di essere rassicurati, di confrontarsi con gli altri da cui attingere per ripartire e constatare le proprie risorse e capacità. Rassicurare non significa nascondere i propri limiti, errori, ma vedere i punti di forza, scoprire le capacità e far leva su queste per superare gradualmente i propri limiti e smussare le spigolosità presenti nel rapporto educativo. I genitori devono essere consapevoli delle loro competenze e risorse, per diventare punti di riferimento per i figli. Devono sapere che nel costruire un rapporto relazionale con il figlio sono parti della relazione e quindi devono crescere in parallelo con loro.
Oggi non è più sufficiente l’esperienza e il buon senso per educare i propri figli, ma è necessario una continua formazione, riflessione e confronto, al fine di acquisire informazioni, suggerimenti e conoscenze, per una più efficace gestione delle problematiche associate all’educazione dei figli e al proprio ruolo di genitori e quindi essere in grado di valutare la propria capacità genitoriale. Inoltre è fondamentale promuovere, nella relazione educativa, la capacità di ascolto ed essere in grado di leggere i comportamenti propri e dei figli, valorizzando le loro risorse, evitando giudizi e pregiudizi, ponendo particolare attenzione alle forme di comunicazione e conflitti che caratterizzano le relazioni familiare. L’obiettivo è di acquisire tecniche e strategie comportamentali per meglio gestire gli atteggiamenti disfunzionali dei figli.
I neonati sono dotati di requisiti percettivi e di strutture temporali (ritmi nell’alimentazione, nel sonno-veglia, ecc.) in grado di consentire loro il contatto con l’adulto di riferimento. Dalle ricerche condotte in ambito psicosociale, è emersa l’immagine di un bambino attivo e protagonista del suo sviluppo. Infatti, fin dalla nascita egli è capace di instaurare relazioni asimmetriche con il caregiver, basate sull’assunzione di ruoli diversi. E’ in grado di svolgere un ruolo attivo nel definire la sua relazione con il caregiver ed è capace di autoregolare i suoi comportamenti, attraverso meccanismi di feedback con le persone con cui interagisce.
La funzione biologica e psicosociale del Caregiver è di essere una base sicura necessaria, affinché egli possa interagire con il mondo esterno, nella certezza che in caso di bisogno possa ritornare, sapendo che sarà accolto, nutrito, rassicurato e confortato. Il ruolo del caregiver è di essere responsivo e di intervenire solo quando è necessario.
Le esperienze di attaccamento nell’infanzia influenzano lo stile della personalità e della relazione del futuro adulto, regolano l’adattamento all’ambiente e alle persone.
L’affidabilità del legame di attaccamento, favorisce la sicurezza interiore e il senso di sé ed è caratterizzata dalla capacità di chiedere conforto quando è necessario. Questo scambio primario consente al bambino di sviluppare il senso della sicurezza e di fiducia in sé stesso e di rafforzare la relazione con l’adulto. Il bambino può così accrescere la sua autostima e la capacità di gestire le situazioni quando dovrà confrontarsi con gli altri. L’indisponibilità del Caregiver determina nel bambino una vulnerabilità che esprime mediante la paura della perdita dell’altro.
Questo primario scambio relazionale e la conseguente sicurezza/insicurezza interiore che il bambino svilupperà, sono connessi alla futura capacità di autorealizzazione. Infatti, la capacità di affrontare gli eventi critici o di cambiamento, dipende dal senso di sé e dall’autostima che ha potuto sviluppare durante questa fase della vita. Inoltre il legame che il bambino sperimenta con il caregiver, durante questa fase, modella i successivi legami.
La sicurezza interiore richiede l’integrazione del bisogno di essere sé stesso (cioè autorealizzarsi, bisogno di appartenenza). L’essere autonomo nella relazione è strettamente connesso alla fiducia in se stesso che può essere favorito da un Caregiver responsivo, non invasivo o invischiante. La sua capacità di autonomia può svilupparsi solo a seguito di una sua positiva esperienza di appartenenza. Egli sarà amabile con le persone amichevoli e difensivo con quelle ostili; sarà in grado di prendersi cura di sé stesso e delle persone che ama, sarà selettivo nei comportamenti empatici e nel rivelare sé stesso e sereno nell’appoggiarsi agli altri.

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