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Library: Psicologia - Meccanismi Mentali

L'Intelligenza dell'Amore
di Antonio Sammartino    07/09/2018

Diverse persone preferiscono immaginare l’amore come una romantica e misteriosa magia. Nella realtà tutti iniziamo una relazione sulla base di specifici motivi, in quanto la persona di cui ci innamoriamo, ci consente di realizzare un obiettivo, anche se non ne siamo consapevoli. Per esempio, desideriamo formarci una famiglia, conquistare una sicurezza affettiva, soddisfare un bisogno emotivo, raggiungere una posizione sociale, ecc. 

Comprendere i meccanismi che determinano i sentimenti, non significa eliminare la passione e le emozioni o pregiudicare l’amore romantico, perché continueremo comunque a subire il fascino dei sentimenti, ma con maggiore intelligenza emotiva, al fine di poter costruire una relazione sulla condivisione dei pensieri e dei sentimenti, che possa durare nel tempo. 
Un sentimento non deve essere devozione a prescindere 
È il sentimento inteso come devozione indotto da una errata educazione sentimentale e dalle ancestrali emozioni che si agitano nel profondo della nostra memoria emotiva che oggi, per motivi diversi, è fortemente in crisi. Forse occorre riuscire ad apprendere il gusto della condivisione e della fiducia, da costruire su basi diverse, in cui ad esempio, ma non solo, ad una sessualità di tipo pornografico occorre contrapporre una sessualità in grado di alimentare i sentimenti, che non devono essere costruiti sulla fede o su una drogata promessa, ma sul rispetto, sulla comprensione e sul desiderio di condivisione del piacere e delle emozioni positive.
Forse molti problemi relazionali nascono perché non si conoscono i processi mentali, non è noto come si forma la memoria emotiva, fonte inconsapevole delle nostre emozioni e sentimenti. Inoltre è totalmente assente l’educazione sentimentale, mentre quella sessuale è essenzialmente basata sull’ignoranza o su una tecnica di tipo puramente idraulica, per cui la relazione si sviluppa solo sulla spinta emotiva e sui bisogni, spesso incomprensibili all’altro, che sono indotti dal vivere quotidiano. 
Quando si sceglie di amare, inizia un viaggio 
Per iniziare un percorso di condivisione è fondamentale riuscire a rinunciare temporaneamente alle proprie convinzioni ed esigenze, perché sono generalmente diverse da quelle del partner e non si deve pretendere che l’altro le condivida a prescindere (vocazione alla solitudine), ma occorre modellarle con quelle del compagno, perché diversamente si sviluppa lentamente nella coppia un disagio cognitivo, che inevitabilmente si trasforma in incomprensione, che alimenta la rabbia, anche se non espressa e compromette i sentimenti e il piacere a stare insieme. 
A volte, un semplice sorriso, un’attenzione, una carezza, possono racchiudere lo splendore di una persona, possono fornire al partner la prova tangibile del gradimento, occorre solo evitare che stupide supposizioni, del tutto personali, possano rovinare il tempo che si decide di trascorrere insieme. 
Il colloquio, la condivisione delle ansie e delle incertezze, possono così trasformarsi in una ulteriore possibilità di crescita della relazione, in quanto la realtà porta con sé sempre diverse verità, perché ognuno possa cogliere quella che il suo sentire suggerisce. Le opinioni non dovrebbero mai essere interpretate come una forma di aggressione, ma come il desiderio e la necessità di dialogare e rispettare anche le idee che non si condividono, perché spesso per la mente non è importante la ricerca della verità, ma trovare al più presto quella risposta che evita ai pensieri di continuare a circolare nella mente, nell’affannosa ricerca di una risposta logica ed emotiva, in grado di evitare che un problema esistenziale, possa trasformarsi in uno stato di ansia. 
La nostra mente cerca sempre una risposta ad un bisogno, quando non la trova nella realtà o nella logica, si rivolge al magico o al religioso, perché sa che li trova comunque una risposta, anche se spesso non è la verità, ma questo alla mente non interessa, perché temporaneamente ha risolto il suo problema esistenziale, al di là degli eccessi che a volte sono quasi inevitabili. 
Inconsapevolmente spesso ci raccontiamo bugie, perché razionalmente non possiamo accettare una verità, senza che questa procuri un dolore emotivo. Queste bugie rappresentano una forma di anestesia per la mente, il cui effetto fisiologico è di stimolare la liberazione di Endorfine, per indurre quel senso di euforia necessario per attenuare la percezione di un eventuale dolore psichico. Non a caso, i centri cerebrali del benessere si accendono anche in funzione di questi meccanismi emotivi.

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